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 finalmento ho il mio arco 
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Iscritto il: 01/09/2011, 15:59
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grazie.

Gli yumi da allenamento non erano diversi come potenza da quelli che usiamo ora. Quelli da guerra invece erano un'altra cosa. Venivano suddivisi in 2 categorie.
Fino a 24 kg di potenza reano considerati archi deboli, sopra i 24 kg di potenza erano considerati archi forti.

La media degli archi da guerra comunque si aggirava tra i 26 e i 28 kg e le frecce che tiravano avevano un peso medio di 60-70g.
Logicamente qualcuno usava anche archi di 30 kg e più, ma vista l'altezza media di un giapponese del medioevo, 152 cm, archi di quella forza erano più che sufficienti.

E' vero che rispetto ai longbow inglesi o a certi archi asiatici compositi, la potenza degli archi da guerra giapponesi era inferiore, ma la tecnica applicata per tirare li rendeva molto più efficaci.


13/09/2012, 17:28
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Iscritto il: 06/03/2011, 19:31
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Complimenti! Pur non intendendomi di yumi, posso dire che, visto così, mi piace :lol: A parte gli scherzi, bravo!. Ciao, Mirco


13/09/2012, 17:45
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Iscritto il: 26/11/2010, 17:52
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Scusa la grave ignoranza, ma più efficaci di archi molto potenti come appunto archi da guerra in tasso o compositi ottomani(mediamente dalle 80 alle 120 #).Io tiro con il pollice è già vedo molta differenza in velocità confronto alle tre dita, con il maghin abbiamo fatto dei test ma non ricordo i risultati.


13/09/2012, 18:26
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Iscritto il: 17/03/2011, 0:24
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Località: tra l'oglio ed il chiese
Ciao Carlo,
bellissimo... che dirti? Solo che un Maestro lo si vede nelle sue realizzazioni.
Complimenti.
Un saluto da Raff


13/09/2012, 22:35
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Iscritto il: 01/09/2011, 15:59
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grazie raff

Pier, la tecnica usata per tirare con lo yumi, arriva ad imprimere circa il 40% in più di velocità alla freccia. Dalle prove fatte alla Tsukuba uiniversity è risultato che, praticamente, con questa tecnica, quando la freccia impatta il bersaglio a circa 30 metri (28 per l'esattezza) di distanza e come se fosse spinta da un arco quasi di forza doppia rispetto alla forza originale del solo arco.......Non chiedetemi la formula matematica perchè non la ricordo, ma mi sembra che la forza corrisponde al quadrato della velocità, o qualche cosa di simile...... Se qualcuno ne sa qualche cosa di più, dia delucidazioni.
Comunque, le prove tecniche hanno dato questi risultati, quindi per ottenere la necessaria efficacia, non era necessario avere archi esageratamente potenti, perché su archi stra potenti non si poteva applicare la tecnica giusta e comunque la forza di questi archi sarebbe in parte andata dispersa nello sgancio, mentre con archi giusti, questa tecnica di tiro consente di sfruttare per intero tutta la forza dell'arco.

Cerco di spiegarmi meglio anche se sarò un po lungo.

Qualsiasi arco, nel momento del rilascio fa due movimenti: uno è quello della corda che ritorna verso la posizione di riposo, spingendo la freccia e l'altra è quella dei flettenti che tendono anche loro, in ragione della loro flessibilità, a muoversi in direzione della corda andando a spingere contro il braccio dell'arciere.
E quindi disperdendo parte della loro potenza perché la usano per tornare nella posizione di riposo.
Questo movimento è particolarmente sentito da chi usa archi molto forti e soprattutto nei longbow. Molti mi hanno descritto questa contracolpo come una specie di rinculo dell'arco.
Questo "rinculo" si sente molto neglii archi occidentali perché hanno l'impugnatura centrale, posta nel massimo punto di vibrazione dell'arco. Tanto e vero che per ovviare alle eccessive vibrazioni, gli archi olimpici e i compound hanno diversi sistemi tra cui il riser centrale completamente rigido. Ma comunque, anche in questo caso, il "rinculo" è sempre presente, anche se è meno sentito.

Gli yumi sono progettati per eliminare questi problemi. L'impugnatura è posta a circa un terzo dell'altezza molto vicina a uno dei due punti, uno nel flettente superiore e uno nel flettente inferiore, che nel sistema flessibile dell'arco non si muovono durante la tensione della corda e il rilascio. In questi punti le vibrazioni sono pari a zero e, come è logico, più ci si avvicina a questi due punti e più le vibrazioni diminuiscono.
Impugnado lo yumi così, i giapponesi hanno scoperto (nei secoli) un'altro vantaggio, e cioè quello che possono sfruttare una particolare caratteristica di quest'arco che, visto come è costruito e la forma che ha, è la sua tendenza a ruotare in senso antiorario quando la corda ritorna violentemente alla posizione di riposo spingendo la freccia. Ecco perché noi posizioniamo la freccia a destra e non a sinistra. Sviluppando una tecnica di tiro particolare, i guerrieri del passato hanno trovato il modo di incrementare questa rotazione imprimendo così più velocità di uscita della freccia, quindi spingendola maggiormente e sfruttando anche la spinta in torsione e non solo in flessione (quella dei flettenti). Chiaramente i guerieri del passato, per giustificare l'evidente efficacia del tiro si sono creati una visione per spiegare il motivo di questa efficienza. L'immagine che si sono creati e che hanno inserito nei testi della scuola è che, applicando questa tecnica nel modo giusto, la frecia lascia la corda circa 12 cm dopo che la corda ha superato l'arco durante la torsione e al rotazione. Questo, per loro voleva dire che questa tecnica spostava il punto di stacco della freccia di circa 24-27 cm oltre il punto di stacco nella normale chiusura dei flettenti, con una coseguente maggiore spinta e velocità, quindi maggiore potenza in impatto.
Però i samurai del passato non avevano le telecamere ad alta velocità e quindi non potevano vedere il reale lavoro di questa tecnica.
Negli ultimi anni, sono state fatte delle riprese ad alta velocità (sempre alla Tsukuba universuty o a quella di Sendai....non ricordo bene) proprio per capire se quello che c'è scritto nei testi antichi corrisponde alla realtà. Il risultato è stato che invece non è così. Nella realtà si è visto che, anche nel miglior arciere, con la tecnica migliore, la freccia lascia la corda fra i 3 e i 5 cm dopo la normale chiusura dei flettenti (es: la posizione di riposo della corda e quindi di rilascio della freccia, è a 15 cm, con la tecnica giusta, la freccia lascia la corda a un massimo di 10 cm) . Questa piccola spinta non giustifica affatto la tremenda potenza con cui arriva la freccia sul bersaglio. Allora hanno ricominciato da capo e sono andati a cercare il motivo reale di questa potenza ottenuta ed è saltato fuori che in realtà questa torsione applicata, elimina completamente il così detto "rinculo" accennato prima consentendo all'arco di scaricare per intero la sua forza sulla freccia in aggiunta alla comunque efficace, seppur limitata forza di torsione. Quindi, usato nella maniera giusta, lo Yumi scarica per intero tutta la sua potenza sulla freccia senza dispersione (se non quella per muovere se steso). Questo logicamente i samurai del passato non lo sapevano, ma hanno comunque capito che con questa tecnica non necessitavano di archi esageratamente potenti perché comunque il risultato era assicurato.

Spero di essere stato almeno un po chiaro perché l'argomento è complesso e ci vorrebbero anche dei disegni.......scusate :roll:


14/09/2012, 10:00
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Iscritto il: 26/11/2010, 17:52
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sei stato molto molto chiaro, in più a questo si unisce la pulizia del gesto e un allungo esagerato e il gioco è fatto, grazie Carlo sei stato prezioso, come al solito.


14/09/2012, 11:01
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Iscritto il: 26/02/2011, 11:43
Messaggi: 2674
se lo ritrovo posto un articolo in cui si parlava di come i flettenti dovessero essere in rapporto aureo tra loro per far si che le vibrazioni generate si annullassero sull'impugnatura.

in realtà lo yumi ha la sua forza nell'allungo 21kgX 96cm equivale a tanta energia per questo rende come un arco di libbraggio superiore e forse i giapponesi e gli orientali in genere avevano capito che l'eccessivo libbraggio va sempre a discarico della velocità.

se in aggiunta ruoti la corda quei 96cm diventano 100 e passa effettivi sull'arco...


14/09/2012, 14:01
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Iscritto il: 26/02/2011, 11:43
Messaggi: 2674
http://redhawk55.wordpress.com/tag/yumi-bow/

trovato il link i cui sopra.


14/09/2012, 14:58
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Iscritto il: 01/09/2011, 15:59
Messaggi: 357
Anche la storia del rapporto aureo, è solo teorica e applicabile agli archi di fibra sinteticha che essendo costruiti usando dime di incollaggio, sono praticamente uguali uno all'altro.
Quindi, qui si che si può applicare la legge aurea.
Negli archi in bambù, in realtà non è possibile seguire questa regola perché la forma di questi archi, che deve seguire regole precise di forza e debolezza delle curve, vanno in accordo con la posizione dei nodi.
L'impugnatura su uno yumi deve corrispondere esattamente alla posizione di un nodo della faccia interna dell'arco.
Quindi su archi delle stesse dimensioni, molto spesso se affiancati, le impugnature non appaiono sempre alla stessa altezza. A volte ci sono differenze anche di un paio di centimetri.


24/09/2012, 15:11
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Iscritto il: 14/03/2012, 11:37
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A tutto il forum,
ho seguito con molto interesse le vicende riguardanti l'arco yumi , arco assimetrico, costruito da quanto leggo in prevalenza con legno di bambu', e che pur avendo non molto libraggio riesce ad ottenere notevole potenza.
Ora una domanda da profano, secondo voi questa teoria potrebbe essere applicata al tasso?
Mi spiego, qualora per necessita' nate per tipologia del legno di tasso, ovverosia flettenti non omogenei ( il flettente inferiore piu' potente di quello superiore ), si potrebbe utlilizzare la maggior flessibilta' del flettente superiore pur non avendo tante libre di potenza?
Sono duffioso di aver articolato bene la mia domanda.
Un saluto Lino. :roll:


20/10/2012, 16:37
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