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Re: L'Arco di Baleison di Enrico Ascani
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Autore:  maon [ 13/04/2011, 16:54 ]
Oggetto del messaggio:  Re: L'Arco di Baleison di Enrico Ascani

Ciao Luca,
mi pare sia la medesima.
Quella è della coda della spinta tettonica che creò il Monviso.

C'ero già ma non mi accorsi di nulla poichè stavo correndo dietro ad un mammuth!! :shock:

Autore:  Nitopi [ 13/04/2011, 19:20 ]
Oggetto del messaggio:  Re: L'Arco di Baleison di Enrico Ascani

Tutto il resto deve essere rimasto in fondo al mare :mrgreen:

Autore:  Nitopi [ 13/04/2011, 19:26 ]
Oggetto del messaggio:  Re: L'Arco di Baleison di Enrico Ascani

Comunque ecco qui i rif.
http://www.parcobeigua.it/jAPSBeigua/it ... 898391411B

Potreste quasi gemellarvi :mrgreen:

Autore:  marco [ 13/04/2011, 19:59 ]
Oggetto del messaggio:  Re: L'Arco di Baleison di Enrico Ascani

da scultori di Alessandria d’Egitto del quarto, da ignoti levigatori di asce rituali di giadeite, nel neolitico inferiore.
Allegato:
ascia-francia1-300x158.jpg
Allegato:
imagesCAYZX704.jpg


Cave di Prun:




Sul fianco orientale del monte Noroni si aprono molte cave in galleria ed alcune a cielo aperto. Si tratta di cave in cui è possibile individuare particolari livelli rocciosi della Scaglia Rossa Veneta, noti localmente con il nome di lastame





La miniera di Siresol
E' ubicata sulla testata del vaio omonimo, in sinistra idrografica della valle di Negrar. Lo sfruttamento su scala industriale venne eseguito dalla Società An. Minerali Manganesiferi Veronesi nel primo Novecento ed abbandonata come il Buso del fero, perché l’estrazione era divenuta passiva. La miniera Siresól è costituita da tre gallerie che si aprono ad una quota compresa tra 560 e 570 m s.l.m. e si sviluppano complessivamente per circa 400 m. Il giacimento manganesifero sfruttato ha una potenza che varia da pochi centimetri ad un metro ed è delimitato superiormente da calcari ed inferiormente da tufo basaltico. Delle tre gallerie solamente due sono attualmente percorribili, poiché la terza risulta impraticabile per la presenza di una serie di crolli. La miniera è meta di curiosi e di collezionisti; al suo interno si possono raccogliere quarzo latteo, pirolusite, calcite e rancieite.
Allegato:
negrar-cave-prun.jpg
A che serve cercare pietra verde, quando sotto mano si a qarzo?

Autore:  Nitopi [ 13/04/2011, 20:23 ]
Oggetto del messaggio:  Re: L'Arco di Baleison di Enrico Ascani

marco ha scritto:
A che serve cercare pietra verde, quando sotto mano si a qarzo?

Marco, a volte non ti capisco... ;)
Hai mai provato a levigare il quarzo ?
Con la giadeite si ottenevano, nel NEOLITICO, oggetti sia di uso comune ma (e forse soprattutto) simboli di prestigio (le famose mazze forate che sono state ritrovate nelle tombe di mezza europa.
Era probabilmente la cosa più dura e pesante che si riuscisse a lavorare senza la tecnica della scheggiatura....
Fai conto che per un po' gli utensili di metallo "scimmiottarono" le forme degli attrezzi in giadeite....

A proposoto... qualcuno sa come facevano il buco nelle mazze ? ne ho vista qualcuna in Irlanda e... sembrava scavato con il trapano e levigato a pasta diamantata...

Ciao
Luca

Autore:  Renato74 [ 27/09/2011, 21:24 ]
Oggetto del messaggio:  Re: L'Arco di Baleison di Enrico Ascani

Domenica ho potuto acquistare il libro direttamente dalle mani di Enrico, l'ho letto tutto d'un fiato e ne sono estasiato, stupendo, non vedo l'ora di poter tagliare il mio ramo ... oltre alla malattia dei kayak doveva partirmi pure quella degli archi storici :lol: :lol:

Grazie Enrico e grazie Manx di avermi mostrato questo mondo!

Autore:  maon [ 27/09/2011, 21:35 ]
Oggetto del messaggio:  Re: L'Arco di Baleison di Enrico Ascani

Se ti ha beccato l'archite acuta, malattia che non solo non da segni premonitori ma ti coglie e ti abbatte come se passasse un'uragano in un filare di pioppi, sei fatto!
Non pensare di guarire, il tuo prossimo kayak sarà costruito essenzialmente per portare il tuo arco preferito sempre con te, ed esso avrà le dimensioni condizionate più all'arco che a te steso!

Poverello!!!!!!!!!

Maon ex tiratore di pistola, ex tiratore di fucile di ordinanza, ex sniper, ex uomo di mondo, ormai solo arciere solo e sempre arciere immancabilmente arciere!

Autore:  Nitopi [ 27/09/2011, 21:39 ]
Oggetto del messaggio:  Re: L'Arco di Baleison di Enrico Ascani

Però. Un altro connubio acqua e arco...
Penso che ci sia qualcosa a che vedere con la ricerca della libertà.
Ciao
Luca

Autore:  -mANx- [ 27/09/2011, 21:55 ]
Oggetto del messaggio:  Re: L'Arco di Baleison di Enrico Ascani

Quando decidi di iniziare Renato, son qui per te ;)

Autore:  Renato74 [ 28/09/2011, 10:31 ]
Oggetto del messaggio:  Re: L'Arco di Baleison di Enrico Ascani

Grazie a tutti :D

@Maon, stiamo facendo lo stesso percorso ;)

@Nitopi, probabilmente sono istinti ancestrali, il contatto col legno l'acqua probabilemnte ci ricordano le nostre origini!

@Manx, dammi tempo di raccogliere il mio legno questo inverno.

Tornando on topic, io mi affaccio ad un mondo nuovo ma cerco similitudini per capire dove sono avvantaggiato e dove devo studiare, provare e perfezionarmi.
Nel libro di Enrico, al paragrafo dedicato al bilanciamento dell'arco ho trovato una stupenda similitudine con la stessa operazione che faccio io in fase di formatura dei longheroni, quanto si possa essere attenti alla scelta del legno, l'orientamento della venatura, lo stesso coefficiente di flessibilità etc.. etc.. il legno prende la sua strada (e forse è per questo che ne siamo così affascinati), di conseguenza osservo ed opero con vastringa o pialla le dovute asportazioni di materiale finchè entrambe i longheroni non mostrino la stesa arcuatura, nel caso dei groenlandesi il singolo longherone assomiglia incredibilmente ad un arco di Baleison (solo gigante), è un operazione che amo molto ed ho notato che opero nel silenzio (infatti solitamente sono operazioni che faccio nel cuore della notte) per non avere alcuna distrazione, dalla riuscita di questa fase costruttiva dipende tutto il resto del lavoro ed il comportamento dello steso kayak finito, infatti a differenza di tutti gli altri, lo "skin on frame" manterrà sempre una certa flessibilità che lo caratterizza, bilanciare i longheroni significa anche avere simmetria nelle flessioni del telaio.

E' stupendo, se trovo altre similitudini ve lo faccio sapere (spero di non essere OT parlando di kayak, comunque sono riflessioni nate dalla lettura del libro).

Cliica QUI - la formatura dei longheroni

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