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 La mente nella via dell'arco 
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Iscritto il: 01/09/2011, 15:59
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Bac, se per iter intendi dire l'addestramento per imparare a padroneggiare la tecnica, questo dipende dall'abilità dell'allievo. Al giorno d'oggi, che in media si tira da 2 a 4 volte a settimana, a un principiante serve qualche mese prima di arrivare a tirare alla distanza regolare di 28 metri.
In passato, quando invece l'uso dell'arco faceva parte dell'addestramento quotidiano dei samurai, l'apprendimento per padroneggiare la tecnica era più corto, ma poi l'addestramento quotidiano per il campo di battaglia, durava per tutta la vita.
Tutti dovevano più o meno saper maneggiare ogni tipo di arma. Poi ognuno si spegializzava in quella che preferiva, ma tutti avevano esperienza su tutte le armi.....che poi erano spada, arco e lancia, più tecniche di lotta a corpo libero.....judo soprattutto (se non ricordo male).
Le armi da fuoco erano rigidamente controllate e l'uso era stato praticamente vietato dopo la presa di potere dei Tokugawa.

L'arco era considerato come arma fondamentale e chi sceglieva di specializzarsi in quest'arma a volte si sottoponeva a dei training massacranti.
Esiste il diario di un samurai degli inizzi del 1700 che, essendo figlio di un istruttore di tiro di un clan, decise di specializzarsi solo nel tiro con l'arco e per un certo periodo di tempo fu ospitato in un altro clan noto per la bravura dei suoi arceri. Dal diario risulta che questo giovane.....perché se non ricordo male aveva poco più di 18 anni quando cominciò questo addestramnento.......tirava circa 1000 frecce al giorno suddivise in vari tipi di tiro.
Non ricordo bene quanto tempo rimase ospite per l'addestramento, ma sicuramente superò l'anno di permanenza per poi fare ritorno al proprio feudo.


19/01/2012, 10:25
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ho sentito parlare di un tipo di allenamento con fermafreccia per la corta distanza che sembra essere comune a varie tradizioni arcieristiche militari, si usa anche nel kyudo
credo o sbaglio?


19/01/2012, 13:50
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Il ferma freccia di cui parli si chiama makiwara ed è un rotolo di paglia di riso a cui si tira da un paio di metri di distanza.
Seve per diverse cose, per cominciare ad istruire i principianti, che devono concentrarsi sui movimenti e le posizioni, nei tiratori anziani, quando sorgono certi problemi nel tiro, questi ritornano a sganciare al makiwara per ristudiare alcuni aspetti della tecnica e correggere eventuali posizioni errate senza doversi preoccupare del bersaglio, oppure il makiwara serve anche come riscaldamento prima del tiro a 28 metri (un modo di cominciare a muovere e scaldare tutta la muscolatura prima di iniziare la giornata di tiro).


19/01/2012, 17:39
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grazie,

è un tipo di allenamento molto utile a perfezionare la tecnica .

tornando alla mente , spesso nella cinematografia si vedono tiri eseguiti con gli occhi bendati , in linea di principio mi chiedo : è tecnicamente possibile una volta presa la postura giusta colpire un bersaglio a occhi chiusi?

secondo leggende ebraiche lo stesso Lamech , cieco, uccise Caino con una freccia.


19/01/2012, 17:56
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sono solo film.

Nel libro lo zen e il tiro con l'arco, c'è un episodio simile, quando il maestro giapponese Hawa Kenzo fa una dimostrazione a Herrigel scoccando due frecce nel buio quasi totale.
La prima freccia colpisce il bersaglio, la seconda colpisce la cocca della prima freccia e si conficca a pochi millimetri di fianco alla prima, sempre nel bersaglio.
Herrigel descrive questo episodio come una eccezionale dimostrazione di concentrazione e abilità, in realtà Kenzo confessò poi a un suo amico che due frecce scoccate così furono solo un tiro fortunato..... :D

Ci sono un sacco di esempi di questo tipo, dimostrazioni di presunte abilità o capacità dovute a chissà quali pratiche zen, mistiche o spirituali particolari. La realtà è solo che chi era in grado di fare numeri di questo tipo si era solo allenato molto ripetendo i gesti all'infinito trasformando il tutto in un automatismo.

In una situazione singola, senza prove preliminari nessuno riesce a fare questi numeri.
C'è un episodio ben noto a noi che riguarda il maestro Urakami. Un giorno, prima della guerra, venne chianato al palazzo imperiale per partecipare a una dimostrazione di abilità.
La dimostrazione aveva come protagonista un maestro di kendo molto noto all'epoca che si era vantato di essere capace, con la propria spada, di deviare una freccia tirata direttamente contro di lui. (Esiste veramente una tecnica simile nella spada, ma è fatta per deviare le frecce tirate da distanze notevoli, quando più o meno riesci a vedere la traiettoria della freccia. Ma è una tecnica estremamente difficile)
Il maestro Urakami venne convocato proprio per tirare la freccia contro questo mestro.
Urakami fece notare che forse non era il caso di fare una dimostrazione del genere perché era impossibile riuscire a fare una cosa simile. La freccia è troppo veloce.
Ma il mestro di spada non volle sentir ragione, aveva speso la sua parola e la cosa doveva essere fatta. Chiese solo una cortesia a Urakami, quella di tirare la frecia ad altezza testa in modo che fosse piu facile per lui deviarla con la lama. Urakami mirò leggermente più alto per evitare di ammazzarlo.
Risultato della dimostrazione?........il maestro di spada la freccia non l'ha nemmeno vista partire, gli ha portato via lo scalpo ed è finito in ospedale con la reputazione annientata.

I film sono solo film. L'ultimo samurai è una gran bella americanata. La realtà era un po diversa.
Se vuoi vedere qualche cosa di più realistico da questo punto di vista devi vedere i classici di Kurosawa. Li c'è un po più di cura nei dettagli. :D


20/01/2012, 9:09
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Iscritto il: 26/02/2011, 11:43
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siamo qui anche per sfatare i miti, in realtà neanche un fucile militare da cecchino riesce a fare due traiettorie uguali.


20/01/2012, 9:53
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Iscritto il: 06/03/2011, 19:31
Messaggi: 842
Quanto, ma quanto, ma quanto hai ragione, Carlo! :lol: . Ciaooo, Mirco


20/01/2012, 12:21
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Iscritto il: 01/09/2011, 15:59
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be, ce ne sarebbero altri del genere, ma non esageriamo...... :D


20/01/2012, 16:50
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Iscritto il: 13/12/2010, 18:13
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Carlo-B ha scritto:
I film sono solo film. L'ultimo samurai è una gran bella americanata. La realtà era un po diversa.
Se vuoi vedere qualche cosa di più realistico da questo punto di vista devi vedere i classici di Kurosawa. Li c'è un po più di cura nei dettagli. :D


Aell'inizio di "RAN" c'e' una bella scena di caccia con l'arco da cavallo....

Ciao
Lcua


20/01/2012, 17:49
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Iscritto il: 26/02/2011, 11:43
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i film un po devono farla fuori da vaso , altrimenti che raccontano .

il discorso della mente è interessante quanti sono i fuoriclasse che nei momenti critici cedono dal punto di vista mentale, perchè un conto è tirare frecce alla paglia di riso ben altra faccenda è quando c'è di mezzo l'onorabilità (onore che almeno in giappone è ancora una cosa seria).


21/01/2012, 18:00
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