Messaggi senza risposta | Argomenti attivi Oggi è 29/04/2024, 9:19



Rispondi all’argomento  [ 42 messaggi ]  Vai alla pagina Precedente  1, 2, 3, 4, 5  Prossimo
 Ritenete il vostro arco protetto dall'umidità? 
Autore Messaggio
Avatar utente

Iscritto il: 14/03/2012, 11:37
Messaggi: 222
Ho seguito con interesse tutto quanto detto nel Forum : percentuali relative all'umidita' sia ambientale che correlata alla stagione; tutte componenti che possono pregiudicare la resa di un arco , sino ad una inopinata rottura dello stesso.
Ho utlizzato da tempo lo strutto , non tanto per isolare l'arco dall'ambiente ma per cercare di tenere il legno elastico "nutrito " poi, in seguito a rotture e fessurazioni dei vari legni , ho provato ad utlilizzare,come ampiamente trattato nel Forum , pura cera d'api mescolata a trementina in modo da formare una pasta facilmente spalmabile e, da mie osservazioni, viene, forse, maggiormente assorbita dal legno( in questo contesto il legno di tasso ). Spero , ripeto perche' lo strutto non era penetrato neppure di un decimo ed il legno sottostante era secco come un grissino.
Per inciso non era legno ricavato da un tasso morto ma verde e lasciato stagionare neppure un anno; avrebbe dovuto quindi conservare una buona percentuale di umidita'.
Secondo la vostra esperienza strutto o cera d'api con trementina tengono elastico il legno, ovverosia lo " nutrono " , oppure no?
Graditissimo un vostro parere.
Ciao a tutti Lino. :(


25/09/2012, 18:52
Profilo

Iscritto il: 27/07/2010, 9:00
Messaggi: 2594
tornando al discorso dei compositi un mio amico esperto di quel tipo mi raccontava che c'erano dei metodi per renderli meno sensibili all'umidità. la colla di vescica di storione mi diceva è meno sensibile di altre mentre per il tendine usavano l'affumicatura.
io non me ne intendo, volevo solo farlo presente. in effetti se per secoli sono stati usati anche in regioni come la Polonia, l'Ungheria e i Balcani, aree non proprio "secche" chi li costruiva doveva sapere il fatto suo.

ciao!


26/09/2012, 20:22
Profilo
Avatar utente

Iscritto il: 17/03/2011, 0:24
Messaggi: 2037
Località: tra l'oglio ed il chiese
Ciao Maghin,
magin ha scritto:
.....la colla di vescica di storione mi diceva è meno sensibile di altre mentre per il tendine usavano l'affumicatura.....in effetti se per secoli sono stati usati anche in regioni come la Polonia, l'Ungheria e i Balcani, aree non proprio "secche" chi li costruiva doveva sapere il fatto suo.
ciao!

Giusta osservazione la tua; questa può dirla lunga sui compositi e metodi di protezioni e spiegare, in parte, il non attecchimento di questa tipologia d'arco nel nostro ambiente a cui mancavano delle risorse basiliari, anzi vitali, per il suo successo.
L'affumicatura può dare risultati apprezzabili ma dipende da quale essenza si adopera. Sarei certo che un'essenza resinosa, fumante su di un fuoco a bassa temperatura, sarebbe in grado di formare uno strato impermeabile. Basta guardare l'interno di un vecchio metato (essiccatoio di castagne), in particolare le travi ed il graticcio per le castagne: sembrano catramate ma non sono appiccicose e oltretutto non risultano appetite dai tarli o funghi del legno; questo bruciando solo legno di castagno! Pensa a cosa verrebbe fuori bruciando Picea abies e/o betulla...

Ma c'è un materiale che gli orientali, in particolare Cinesi e Giapponesi, seguiti poi dai Coreani, usavano già a partire dal secondo millennio a.C: la lacca, non la gommalacca che conosciamo oggi che è prodotta da un insetto e che va diluita in alcol, ma di quella che si ricavava dalle piante di Rhus vernicifera.
Con essa gli orientali decoravano e proteggevano tutto: http://www.tuttocina.it/fdo/lacche_cinesi.htm
Riporto: Questa vernice protettiva viene quindi passata su ogni genere di oggetti, recipienti (vasellame per la tavola o a fini funerari), vasi rituali, piatti, schermi da tavolo, cesti, scatole da regalo, cappelli (su seta), scarpe, bare, mobili (stipi, armadi, sgabelli portaoggetti, paraventi, guanciali...), strumenti musicali (liuto, siringa ecc...), oggetti da toilette (pettini, scatole per cosmetici, per unguenti...), armi (impugnature e foderi di spada, archi, scudi...).
Un saluto da Raff


27/09/2012, 23:52
Profilo
Avatar utente

Iscritto il: 17/03/2011, 0:24
Messaggi: 2037
Località: tra l'oglio ed il chiese
Salve a tutti,
Riprendo proponendovi altri grafici risultanti da altri dati raccolti dal vivo:
Allegato:
dati rilevati 2° prova.png

In questa raffigurazione mostro i dati raccolti a partire dal 18 settembre sera alla mattina dello scorso 2 ottobre.
Nella prima colonna, a sinistra della descrizione degli archi, il valore 34 si riferisce alla escursione limite della percentuale di umidità dal valore più basso al valore più alto registrato. A destra, sotto ai giorni del mese si può leggere, nella prima riga, l'umidità registrata ed al di sotto i valori in peso assunti dagli archi.
Scendendo, a sinistra, si leggono i valori di escursione limite, in grammi, del peso dell'arco descritto in fianco; sempre riferito al minimo e massimo valore registrato.
Questo valore ci dà un'idea dell'efficienza della protezione presa in esame:
Per il trattamento con cera e resina diluite con trementina ho registrato valori di 10 e 14 grammi.
Il trattamento con solo strutto ha fornito un valore di 12 grammi.
Due archi, non trattati, presi come riferimento hanno dato valori di 20 e 22 grammi.
Allegato:
grafico 2° pova .png

Questo grafico mostra l'andamento delle variazioni di peso in funzione dell'umidità registrata al mattino ed alla sera.
Allegato:
grafico variazioni riparametrate .png

Questo ultimo grafico, risultante da valori riparametrati in modo da porre i pesi di partenza dei singoli archi a zero, serve solo a mostrare la "linearità", l'andamento delle variazioni in modo da poterlo confrontare agli altri.
Se osservate bene i tracciati più lineari (con meno picchi o picchi moderati) sono quelli degli archi trattati con cera e resina.
Prossimamente un'altra prova.
Un saluto da Raff


Non hai i permessi necessari per visualizzare i file allegati in questo messaggio.


07/10/2012, 23:44
Profilo

Iscritto il: 26/02/2011, 11:43
Messaggi: 2674
quindi la ceratura rallenta gli scambi ?

hai provato a misurare l'umidità relativa a varie altezze dal suolo?
di recente ho scolpito un longbow in olmo tipo pesante , il pezzo da cui lo sto ricavando è stato lasciato 5 mesi appoggiato alla parete in posizione verticale senza scorza e ingrassato , nonostante la simmetria quasi perfetta dei flettenti quello che si trovava a contatto col suolo è ancora umido al punto che per ora è imposibile mettere la corda e bilanciarlo; da adesso in poi si stagionerà in orizzontale.


09/10/2012, 16:27
Profilo
Avatar utente

Iscritto il: 01/09/2011, 15:59
Messaggi: 357
Vi porto l'esperienza degli Yumishi (costruttori di archi) giapponesi che forse vi può essere utile.
Gli yumi in passato erano di 2 tipi. Laccati e non laccati. Gli archi non laccati, ma qualche volta anche quelli laccati, erano quelli per l'allenamento quotidiano mentre quelli laccati erano soprattutto per la guerra.
Gli archi non laccati venivano usati da settembre a maggio e poi venivano lasciati riposare. Questo perché, essendo incollati con colla animale, soprattutto colla di cervo che dicono essere la migliore, con il caldo ma soprattutto l'umidità dell'estate, rischiavano di scollarsi. Oggi chiaramente con le colle sintetiche, non esiste più questo problema.
Gli archi laccati invece erano usati soprattutto per la guerra perché potevano essere utilizzati con qualunque tempo. La lacca, oltre che ad essere un ottima colla, è anche uno dei migliori isolanti naturali e una volta asciutta, non passa niente. Essendo però una sostanza naturale, ha un periodo di decadimento. Non ricordo esattamente dopo quanto tempo decade, ma il periodo è molto lungo. Si parla di parecchie decine di anni.
Per laccare gli archi, bisognava però prima fasciarli perché la lacca naturale ha bisogno di un supporto per poter aderire. Quindi solitamente gli yumi prima di esere laccati venivano avvolti da un sottile filo di seta o coperti con una specie di garza incollata.
Questo procedimento, faceva acquistare all'arco fino a un chilo di potenza in più e lo preservava dall'azione dell'umidità che in Giappone è altissima.

Quindi se qualcuno vuole provare, la lacca è sicuramente una delle migliori soluzioni per salvaguardare l'arco dall'umidità.


11/10/2012, 9:33
Profilo
Avatar utente

Iscritto il: 17/03/2011, 0:24
Messaggi: 2037
Località: tra l'oglio ed il chiese
Ciao Bac,
bac ha scritto:
quindi la ceratura rallenta gli scambi ?

hai provato a misurare l'umidità relativa a varie altezze dal suolo?
di recente ho scolpito un longbow in olmo tipo pesante , il pezzo da cui lo sto ricavando è stato lasciato 5 mesi appoggiato alla parete in posizione verticale senza scorza e ingrassato , nonostante la simmetria quasi perfetta dei flettenti quello che si trovava a contatto col suolo è ancora umido al punto che per ora è imposibile mettere la corda e bilanciarlo; da adesso in poi si stagionerà in orizzontale.

Sì, sono certo che un trattamento di cera più resina rallenta, in modo migliore dello strutto, la penetrazione dell'umidità nel legno e i dati lo dimostrano; la sola cera non basta, ha bisogno di una sostanza che la renda più consistente allo scopo di creare un certo spessore di strato.
Ripeterò la prova con condizioni ambientali sicuramente diverse fra un mesetto.
Lo strutto non può creare uno strato perchè in parte viene assorbito dal legno e l'altra parte rimane sullo straccio.
Non ho provato a misurare l'umidità a varie altezze anche se sono certo che all'esterno, lontano da costruzioni, la parte di aria, immediatamente al di sopra di una superficie, (strada, piazzale, ecc) è ad umidità più elevata, ma questo genericamente è solo di notte.
La spiegazione all'effetto da te riscontrato sul tronchetto, ingrassato e tenuto in verticale, è dovuto al posizionamento: l'acqua libera, contenuta nei "canaletti", in parte si è raccolta in basso per effetto della gravità rallentandoti "l'asciugatura" della parte bassa. Notoriamente il legno, qualsiasi, lo si stagiona in orizzontale anche per prevenire imbarcature indesiderate.

Ciao Carlo-B,
Grazie del tuo apporto. Non ero al corrente, però, della necessità di dover rivestire il legno dell'arco con seta o stoffe leggere. Forse perchè non riesce ad aderire bene sul banbù?
Domanda: con la dicitura lacca naturale ti riferisci alla gommalacca che conosciamo adesso oppure alla lacca ottenuta dalla pianta rhus vernicifera?

Un saluto da Raff


12/10/2012, 0:39
Profilo
Avatar utente

Iscritto il: 01/09/2011, 15:59
Messaggi: 357
per lacca naturale intendo l'urushi. Il nome della pianta d cui è estratta non lo ricordo, ma è la lacca naturale che si usa in asia con cui ci fanno praticamente ogni tipo di decorazione e protezione.

Le lacche sintetiche attuali non credo abbiano bisogno di supporti per aderire ai materiali, ma non so quanta protezione riescano a dare ai legni se usati in tal modo.
Io ho laccato degli archi con queste lacche sintetiche e come risultato non è male, ma non so se protggono bene anche dall'umidità. L'urushi sono sicuro che ha anche questa caratteristica perché veniva usata proprio per questo. La decorazione era un di più estetico. La ragione fondamentale del fatto che laccassero qualunque cosa, era la protezione dall'umidità.


12/10/2012, 8:32
Profilo
Avatar utente

Iscritto il: 17/03/2011, 0:24
Messaggi: 2037
Località: tra l'oglio ed il chiese
Ciao Carlo-B,
Carlo-B ha scritto:
per lacca naturale intendo l'urushi. Il nome della pianta d cui è estratta non lo ricordo, ma è la lacca naturale che si usa in Asia con cui ci fanno praticamente ogni tipo di decorazione e protezione.
.............. ragione fondamentale del fatto che laccassero qualunque cosa, era la protezione dall'umidità.

l'urushi lo si ricava, come ben hai ricordato tu, da una pianta che è la Rhus verniciflua o più semplicemente Rhus vernicifera. Nelle civiltà cinesi e nipponiche la sua scoperta ed uso si perde nella notte dei tempi, con prove certe riferite ad oltre 6000 anni fa: http://www.cultorweb.com/Urushi/UC.html
Interessante è il notare che essa "polimerizza" tanto più velocemente quanto più è umido(polimero naturale), cosa ben diversa dalla gommalacca odierna che, diluita in alcol, forma uno strato protettivo dovuto solo alla sua essiccazione.
Un saluto da Raff


12/10/2012, 17:02
Profilo
Avatar utente

Iscritto il: 01/09/2011, 15:59
Messaggi: 357
Se però volete provare con l'urushi naturale, fate molta attenzione perché può provocare delle forti reazioni allergiche o addirittura shock anfilatico.
In giappone questo prodotto viene lavorato da secoli dalle stese famiglie che con il passare delle generazioni hanno sviluppato una immunità alla sua tossicità.
Addirittura stanno facendo degli studi genetici su questa gente che maneggia lacca da generazione perché pare che l'immunità a tale sostana sia diventata una questione genetica particolare di queste persone.

Quindi prudenza se decidete di utilizzarle e sopratutto usate i guanti protettivi.


15/10/2012, 9:01
Profilo
Visualizza ultimi messaggi:  Ordina per  
Rispondi all’argomento   [ 42 messaggi ]  Vai alla pagina Precedente  1, 2, 3, 4, 5  Prossimo

Chi c’è in linea

Visitano il forum: Nessuno e 2 ospiti


Non puoi aprire nuovi argomenti
Non puoi rispondere negli argomenti
Non puoi modificare i tuoi messaggi
Non puoi cancellare i tuoi messaggi
Non puoi inviare allegati

Cerca per:
Vai a:  
Powered by phpBB® Forum Software © phpBB Group
Designed by ST Software for PTF.
Traduzione Italiana phpBBItalia.net basata su phpBB.it 2010