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 Maclura 2016 
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Grazie Giorgio, ho costruito l'arco per mio diletto senza alcuna pretesa. Il fatto di ispirarsi ad uno stile (penso alla forma più che altro) per me non significa cercare di effettuare una riproduzione filologicamente corretta e questa quindi non era la mia intenzione.


31/05/2016, 8:42
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Località: pozzo della ignoranza
Roberto ha scritto:
,,..............

DA USARE SENZA FARSI MENATE INUTILI.


Roberto

Ciao roberto,
Intanto ti chiedo di non urlare perche' qui nessuno e' sordo.
Poi
Poi ti chiedo di andare a leggere la home page del sito e di fare una riflessione perche' la tua affermazione nega quella che e' la MISSION di Sagittando.it
Sei sicuro di essere sul sito giusto ?
Per lo staff di Sagittando.it

jeval


31/05/2016, 12:58
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Complimenti sentiti Taccons, trovo il tuo arco decisamente aderente ai miei immaginari arcieristico-costruttivi. Terrò in seria considerazione la tua espeerienza, quando avrò la fortuna di poter cimentarmi con una roba di maclura, che a tutt oggi non riesco a rimediare. Veramente un bell arco.


09/11/2016, 14:58
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Località: Peschiera Borromeo (MI)
Riprendo questo argomento....
Dopo aver interpellato parecchi amici riguardo al possibile effetto delle fessurazioni (peraltro superficiali) e aver raccolto pareri assolutamente diversi ... ho deciso che non mi piaceva vedere sul dorso quelle ... striature ... insomma non mi lasciavano tranquillo.
Ho preso la decisione di tendinarlo. Poi dato che esteticamente non mi piaceva troppo, l'ho ricoperto con pelli di colubro nostrano, donatemi, dall'amico Sergio Savio.
La mia imperizia non mi ha permesso di raggiungere un risultato ottimale (la copertura in pelle presenta grinze e pieghette) ma non mi sembra malaccio.
Per la cronaca l'operazione ha alzato il libbraggio a 54.5# all'allungo classico di 26,5" naturale.
Allegato:
Mac A&B 006.jpg

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Mac A&B 008.jpg


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27/01/2017, 10:19
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Apprendo con piacere che esiste un arco gotico piemontese.
Del resto il Piemonte non è nuovo nello sfornare nuovi archi antichi.
Devo però rilevare, Co me ho già fatto notare altrove, che un arco che si impugna male fa venire le vesciche.
Devono essersene accorti anche ad holmengaard qualche annetto fa, un po' prima del grande Fred.


28/01/2017, 21:52
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Iscritto il: 11/12/2010, 14:31
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Località: Peschiera Borromeo (MI)
Grazie Oliviero delle tue osservazioni. Sinceramente non mi ero accorto delle difficoltà nell'impugnare quest'arco (e tutti gli altri da me costruiti di forma simile). Ma forse dipende dal fatto che mi sto trascinando difetti di impostazione nel tiro da oltre vent'anni.
Del resto non si smette mai di imperare....


31/01/2017, 11:24
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Iscritto il: 12/06/2016, 8:06
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Non credo che il tuo arco si impugni male.
Cosa te lo fa pensare?
Il tuo arco ha un impugnatura sagomata che ne rende comoda l'impugnatura.
Gli archi che si impugnano male sono i longbow in tasso troppo esili.
Come dissi a Magin altrove, non amo le impugnature in pelle.
Non tanto perché non sono filologiche (cosa che mi interessa relativamente), quanto perché sono inutili quando non addirittura dannose. Tendono infatti a rallentare la freccia.
Se tuttavia l'arco è esile, la mancanza di un'impugnatura fa vibrare l'arco in mano più del necessario.
L'arco, infatti va tenuto saldamente ma senza stringerlo con forza, cosa che finirebbe per farlo sobbalzare allo sgancio.
Questa vibrazione, se si tira a lungo, finisce per farti lo stesso effetto di una racchetta da tennis priva del nastro sull'impugnatura.
Strappa la pelle.
Archi come i tuoi è come quello di holmengaard nascono già disegnati per essere impugnati comodamente.
Gli archi militari sono invece meno raffinati e, se mi fanno male, preferisco metterci uno spessorino come sulle racchette per favorirne l'impugnatura.
Se non è filologico, pazienza, ma credo che qualunque arciere si comporterebbe come me.


31/01/2017, 20:32
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Località: Peschiera Borromeo (MI)
Ok, non avevo compreso bene. Grazie.


01/02/2017, 9:46
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Ciao, quello delle impugnature è un argomento molto interessante e spesso sottovalutato. Ci sarebbe molto da studiare su ciò ...
nel caso di archi semplici (a bastone) spesso basta girare l'arco sottosopra per capire come lavora meglio ... altri archi hanno altre caratteristiche ecc ... Poi ci son questioni di stabilità ecc ... insomma è un argomento che sarebbe interessante discutere e confrontare le diverse esperienze e punti di vista.
ciao


01/02/2017, 14:17
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Iscritto il: 12/06/2016, 8:06
Messaggi: 530
Località: Milano
La storia delle impugnature non è slegata da quella dell'arco e alla sua evoluzione (o involuzione) sportiva.
A torto ci chiameremmo arcieri tradizionali se proprio noi disconoscessimo la tradizione da cui proveniamo.
Al contrario di quanto forse molti fra di noi ritengono, noi siamo legati al tiro... olimpionico.
E, tanto per cambiare, all'Inghilterra, patria di questo è di tanti altri sport.

Perché sia chiaro, noi dell'arco lungo non centriamo granché con l'Arcieria Tradizionale come oggi si intende, che proviene da una sorta di tiro istintivo di matrice americana che non ha che un secolo scarso di vita.

I nostri archi non avevano impugnatura perché crescevano con noi.
Il bambino aveva un arco da bambino e, mano mano che la sua mano cresceva, cresceva anche il suo arco.
Nel resto del suo tempo, quel bimbo impugnava vanga, zappa e aratro e certo non aveva la mano delicata come quella del sottoscritto, aduso alla tastiera del computer. Quella mano dell'impugnatura non sapeva che farsene.
Impugnava un arco giusto per lui con una bella mano piena di callosità.
L'arco non è rifinito, liscio e lucido e la sezione a D, beh non è sagomata da gente che conosce l'alfabeto.
A vent'anni, forse prima, si era in grado di padroneggiare anche archi tali da poter essere usati in battaglia e la caccia di piccoli animali (i più grandi erano proprietà del feudo) era ormai una piacevole consuetudine.
Ma l'arco-bastone, come lo chiama Magin, richiedeva dedizione e allenamento costante.
Pochi gli arcieri sufficientemente dotati da finirire nel professionismo militAre e grande la necessità di leva.
La polvere da sparo riusciva a creare un surrogato, meno preciso ma funzionale, in pochi mesi e l'arco venne messo da parte per il fucile.

Non da tutti.
Qualcuno dei più dotati, penso che esso potesse sopravvivere per il puro divertimento di colpire il bersaglio.
Uno di loro e Roger Ascham.
Stava iniziando la metamorfosi dell'impugnatura (e dell'arco).
Gli archi dovevano diventare oggetti in grado di fornire precisione.
Potere d'arrresto e capacità di uccidere non servivano più.
Dunque perché non assottigliarli?
Meno potenti, essi potevano anche tirare frecce più leggere e uguali tra loro, certamente potevano essere più flessibili e maneggevoli. Anche il brace poteva alzarsi, per diminuire le vibrazioni.
Cominciarono così gli archi-stuzzicadenti: flessibili, precisi, per certi versi forse persino più veloci.
Ma ballavano in mano.
Tuttavia il concetto di impugnatura ergonomica e di riser erano ancora molto lontani.
Le prime impugnature non furono in pelle, ma in stoffa. In realtà qualsiasi materiale capace di dare spessore assorbendo il sudore (quindi antiscivolo) era adatto.
Il velluto offriva un'ottima presa ed un che di eleganza. La nobiltà inglese opta per lui.
Forse è proprio il più gettonato, a giudicare dai reperti dell'epoca nelle collezioni dei più fortunati di noi.
Ma intanto si cominciava a capire che per diminuire ulteriormente le vibrazioni era necessario far lavorare meglio i flettenti, lasciando una impugnatura stabile. Le impugnature non erano più solo coperte di materiali in grado di favorire la presa, gli archi cambiavano geometria e cominciavano a dotarsi di accessori che garantivano costanza con minore sforzo.
Cominciano i primi spilli che permettono di valutare l'alzo con precisione. L'arco è ancora vagamente un longbow, ma un medievale non l'avrebbe riconosciuto.
L'arco comincio' anche a stratificarsi, grazie a colle più resistenti, ad avere maggior stabilità e durevolezza nel tempo.
Proprio in questa versione il longbow, che curiosamente prende poi il nome di gallese, sopravvive in forma davvero Tradizionale (sezione a D) fino ai nostri giorni. Talvolta con impugnatura in pelle.
Dall'epoca vittoriana si arriva all'ottocento.
La tecnica ormai è lontanissima, per conseguenza, visto che lo scopo è quello di fare punti al bersaglio concentrico.
Ora si può aprire l'arco con un solo braccio e tirare in completa apnea.
L'arco è diventato un giocattolo.
Le coperture dell'impugnatura diventano grip anatomiche e lentamente il legno esce di scena, lasciando il posto a materiali di sintesi. Le geometrie ricurve garantiscono maggiori prestazioni.
Siamo ormai al dopoguerra e l'arco è diventato quello olimpico tecnologico.

Ed è qui che qualcuno pensa che è bello ritornare ai bei tempi andati.
Ecco nascere il longbow moderno (in realtà un flatbow monolitico oggi sempre più corto e ricurvo, per accentuarne le prestazioni) con impugnatura rigorosamente in pelle.
Più tradizionale di così!!!
Il cinema fa il resto.
Dunque che cosa è più tradizionale, se dovessimo decidere di costruire una replica di un arco medievale di una bella impugnatura in pelle, capace di difendere il legno dal sudore, dandoci il giusto spessore alla mano?!?
Nulla da eccepire.

È così, con poca poesia e tanta praticità, che nasce la storica moderna impugnatura in pelle.
Ma sarei pronto a scommettere che un arciere medievale che dovesse risuscitare oggi, ad un arco stuzzicadenti metterebbe una bella impugnatura in nastro gommato. Allora, all'occorrenza, probabilmente la pelle sarebbe stata la più facile da reperire.

E noi?!?
Seguiamo il regolamento di turno, che così non si sbaglia.

:lol: :lol:


01/02/2017, 21:44
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